Oggi userò alcuni spunti tratti
da Come capire e valutare chi ci sta di
fronte di D. Mackenzie Davey per ripercorrere la storia dello studio delle
espressioni facciali, la comprensione a prima vista dell’individuo e la mia
passione sul cercare di capire il prossimo. Anche se, probabilmente, come disse Sartre, l’essere umano è inafferrabile, posso comunque cercare di comprendere
quelle caratteristiche universali che ci accomunano come esseri umani,
evoluzionisticamente parlando. Lo studio del linguaggio del corpo però può
anche favorire campi come la selezione e ricerca del personale o cercare di
difenderci da chi ci sta mentendo.
Gli uomini hanno sempre cercato
di capire il prossimo. I primi tentativi risalgono alla Grecia classica.
Ippocrate, il padre della medicina, sviluppò il concetto degli umori.
L’organismo umano dipenderebbe dall’equilibrio degli elementi di aria, terra,
fuoco e acqua, definito eucrasia,
mentre il prevalere dell'uno o dell'altro causerebbe la malattia ovvero
discrasia.
Da Wikipedia,
la teoria umorale è anche una
teoria della personalità: la predisposizione all'eccesso di uno dei
quattro umori definirebbe un carattere, un temperamento e insieme una
costituzione fisica detta complessione:
- il malinconico, con eccesso di bile nera, è magro, debole, pallido, avaro, triste;
- il collerico, con eccesso di bile gialla, è magro, asciutto, di bel colore, irascibile, permaloso, furbo, generoso e superbo;
- il flemmatico, con eccesso di flegma, è beato, lento, pigro, sereno e talentuoso;
- il sanguigno, con eccesso di sangue, è rubicondo, gioviale, allegro, goloso e dedito ad una sessualità giocosa.
L'infinita possibilità che gli
elementi hanno di combinarsi fra loro è all'origine degli infiniti caratteri
riscontrabili nella natura umana. Gli umori, inoltre, sono soggetti a prevalere
o a diminuire a seconda dei momenti della giornata, delle stagioni e delle età
della vita. Il sangue, ad esempio, prevale in primavera, la bile gialla in
estate, la flemma in autunno e la bile nera in inverno.
Inutile dire che la teoria degli
umori è stata completamente abbandonata. Ancora oggi, tuttavia, si attribuisce
una qualche validità ai tipi di temperamento indicati da Ippocrate come si evince
dalla figura, dove si può riconoscere dall’espressione facciale il tipico poeta
romantico, languido e malinconico; il tipo combattente, pronto a far fuoco e
fiamme; il tipo sonnolento, flaccido e flemmatico e, infine, la persona
fiduciosa, ottimista e gioviale.
Un altro metodo d’interpretazione
della personalità basato sull’aspetto fisico è la Fisiognomica. Sembra
accertato che sia stato Aristotele il primo a scrivere sull’argomento.
Da Wikipedia,
Si tratta di un criterio di
deduzione delle caratteristiche psicologiche dell’uomo che pretende di
dedurre i caratteri psicologici e morali di una persona dal
suo aspetto fisico, soprattutto dai lineamenti e dalle espressioni
del volto. Il termine deriva dalle parole greche physis (natura)
e gnosis (conoscenza). Fin dal XVI secolo questa
disciplina godette di una certa considerazione tanto da essere insegnata nelle
università.
Esistono due principali tipi di
fisiognomica:
- la fisiognomica predittiva assoluta, che sostiene una correlazione assoluta tra alcune caratteristiche fisiche (in particolare del viso) ed i tratti caratteriali; queste teorie non godono più di credito scientifico.
- la fisiognomica scientifica, che sostiene una qualche correlazione statistica tra le caratteristiche fisiche (in particolare del viso) ed i tratti caratteriali a causa delle preferenze fisiche di una persona dovute al comportamento corrispondente. La correlazione è dovuta al rimescolamento genetico. Questo tipo di fisiognomica trova fondamento nel determinismo genetico del carattere.
Come accadde in seguito per
i test d'intelligenza anche la frenologia per un certo tempo venne
vista con interesse dai datori di lavoro, tanto che molti imprenditori
giudicavano l'onestà delle persone da assumere in base alle loro
caratteristiche morfologiche.
Fu verso la fine del XIX
secolo che questa pseudoscienza perse la sua credibilità.
Solo alcuni si ostinarono ancora
a considerarla scienza, come ad esempio coloro i quali divulgarono la
convinzione che la razza ariana fosse la razza superiore.
Dopo questo rapido
excursus sulla pseudoscienza che ha dominato la scienza e la visione del mondo
fino a pochi secoli fa, possiamo comunque tenere per noi alcune buone idee. È
accertato che esista un complesso sistema di comunicazioni non verbali fatto di
sguardi, gesti, atteggiamenti, microespressioni, tale da poter comprendere chi
ci stia di fronte in pochi attimi. Le reazioni emotive che scattano, spesso
impercettibili, ci aiutano a capire se quanto viene espresso a voce corrisponda
alla realtà o ci stanno mentendo. Il dubbio, il ragionevole dubbio Cartesiano è
sempre attuale. Il fatto è che la microespressione arriva prima e
inconsciamente, se si cerca di rimanere impassibili, il danno è stato già
fatto. L’ordine impartito dal cervello di rimanere impassibili arriva troppo
tardi, quando, cioè, una minima increspatura è già avvenuta. Si parla di danno,
se l’interlocutore esperto se ne accorge, sennò passa tutto in cavalleria.
Una caratteristica che non è
possibile nascondere agli occhi esperti è il restringimento e la dilatazione
delle pupille. La gente può fingere allegria, tristezza, aggressività, durezza
e compassione, ma non la contrazione delle pupille che è un riflesso
involontario. La luce fa restringere le pupille, per evitare che l’eccesso di
luce danneggi l’occhio, viceversa la sera si allargano per la poca luce. Ma
anche le emozioni giocano un ruolo predominante. Quando vediamo qualcosa di
eccitante o di piacevole, le pupille si dilatano; di fronte a qualcosa di
sgradevole si restringono. Siamo di fronte dunque a un fenomeno che può essere
studiato scientificamente.
Desmond Morris sostiene, per
esempio che oltre al birdwatching
esista il manwatching, inteso come
osservazione dell’uomo (non come voyeurismo ovviamente). Chi studia il
comportamento degli uomini trova ugualmente interessante sia come un vecchio signore
saluti un amico, sia come una ragazza incroci le gambe; è un ricercatore sul
campo e il suo campo è dappertutto: la fermata dell’autobus, il supermercato, l’aeroporto,
ecc. Dovunque ci sia gente il manwatcher
ha qualcosa da imparare su i suoi simili e su se stesso. Ho trovato il corrispettivo in italiano del libro di Morris, L' uomo e i suoi gesti. L'osservazione del comportamento umano, che mi attira in maniera esagerata, e dovrò comprarlo al più presto. Che poi Morris è lo stesso della Scimmia Nuda balla a cui si ispira il vincitore di Sanremo.
Che abbia trovato il mio lavoro ideale? Interessante il manwatching anche se a prima vista sembra un po' da stalker.