martedì 25 febbraio 2014

L'uso del poligrafo per scovare le menzogne

Quando si cerca d’individuare una menzogna è importante sapere che esistono due tipi di errore che si possono commettere. Il non credere alla verità della persona o falso positivo e l’opposto, ossia, il credere alla bugia o falso negativo. Nel primo caso il pericolo è vedere una bugia laddove non ci sia, come quando si hanno dei preconcetti a priori. Nel secondo caso non ci si accorge che l’altra persona sta buggerando, si crede dunque nella sua buona fede. Questo genere di errori di giudizio sono veramente insidiosi per il mestiere del “Lie dective”, tanto da far rinunciare molti senza neanche averci provato. È facile incappare in questo genere di errori con gli sconosciuti, perché ognuno porta con sé caratteristiche individuali diverse, come: gesti illustrativi, modi di parlare, manipolazioni, ecc, che possono indurre a falsi positivi e falsi negativi.
Non c’è da biasimare chi ritiene che l’unico criterio oggettivo per individuare una menzogna sia il test del poligrafo o “macchina della verità”. Ma è veramente così? Secondo Ekman l’uso del poligrafo è aumentato esponenzialmente negli ultimi anni, sia nelle aziende private americane per la selezione del personale (Oh my god), sia per le indagini di polizia. Ma come funziona questa macchina? Essenzialmente si misurano i cambiamenti emotivi della persona prodotti dal sistema nervoso autonomo, che come si ricorderà, è il più difficile da falsificare.  
La pressione arteriosa, la temperatura cutanea e il battito cardiaco sono registrate nel momento in cui si attivano. È questo quello che fa, una sorta di visita medica durante la quale attivazioni emozionali a determinate domande dovrebbero corrispondere all’indizio di menzogna.  Ma l’utilizzo del poligrafo non ci salva dall’incubo dei falsi positivi e negativi di chi giudica, inoltre chi mente può tradirsi a causa del timore di essere scoperto, dai sensi di colpa o dall’eccitazione, tutti i casi in cui la pressione sanguigna può aumentare, ma non per questo deve essere necessariamente una bugia. Vi ricordate cosa combina De Niro a Ti presento i miei?
«Migliaia di persone vengono sottoposte annualmente a interrogatori con il poligrafo e decisioni importanti si basano sui risultati di questi esami. Eppure la validità (scientifica) di questo strumento non è conosciuta» (p. 195).  Siamo quasi arrivati alla conclusione di questo libro. Nel prossimo post farò una panoramica sull'incontro di Ekman col Dalai Lama per poi trarre le considerazioni finali del rapporto tra menzogna e identità personale. 

Bon voyage!

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