Che tipo d'influenza ha il nostro
comportamento non verbale sugli altri? Le nostre parole sono sempre in sincrono
con l'espressione facciale? Quando mentiamo o dissimuliamo, riusciamo sempre a
essere credibili, o qualcosa in noi ci tradisce?
Se siete degli attori di
professione, o "attori nati" nella maggior parte dei casi la farete
franca nella vita. Ma non è così per la maggior parte degli esseri umani.
Infatti, tutti noi facciamo fatica a controllare più sistemi di comunicazione contemporaneamente, specialmente quando si mente. Quando proviamo a frenarci
con le parole e, allo stesso tempo, controllare i movimenti corporei siamo già
in crisi. Entrano in scena poi un mix di emozioni contrastanti: la paura di
essere scoperti in primis, il senso di colpa per aver mentito, la soddisfazione
per essere riusciti a farsi credere. Se ci mettiamo poi anche le espressioni
facciali, il risultato sarà il crash del sistema. Risulterà un viso
controllato, un tono di voce probabilmente impacciato, il corpo a tratti
gesticolante o immobile. Cal Lightman vi avrebbe già scoperto e…demolito. Se avete capito di cosa sto
parlando siete anche voi dei Callian…appassionati
della mitica serie televisiva Lie to Me,
forse la più coinvolgente degli ultimi 10 anni, ma interrotta inesorabilmente e
tragicamente.
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Se siete poi andati oltre la
semplice visione, ma vi siete (come me pazzamente) imbattuti in altre
riflessioni, allora probabilmente saprete che Lie to Me prende spunto dagli studi ventennali di Paul Ekman. Psicologo
statunitense, ha dimostrato come le espressioni facciali non siano totalmente
determinate dalla cultura e dalle tradizioni, ma in buona parte universali e, dunque,
uguali per gli tutti gli esseri umani, così come le emozioni, indissolubilmente
legate alle espressioni. Beh, in fondo aveva anche qui ragione Darwin.
Probabilmente,
nel famigerato periodo ancestrale le emozioni facciali sono servite per
adattarci meglio all'ambiente e comunicare meglio (e forse prima ancora delle
parole). Ekman stila una lista di espressioni che sono da considerarsi
universali: divertimento, disprezzo, contentezza, imbarazzo, eccitazione, colpa,
orgoglio dei suoi successi, sollievo, soddisfazione, piacere sensoriale, vergogna.
Nella mia lettura dei Volti della
Menzogna. Gli indizi dell'inganno nei rapporti interpersonali, negli affari,
nella politica, nei tribunali, mi sono imbattuto in un linguaggio molto
chiaro, divulgativo, non proprio in un saggio universitario.
Da qui in avanti andrò a
scrivere alcune riflessioni che mi sono passate per la mente leggendo questo
splendido libro. Buona lettura, a presto con gli aggiornamenti.
molto molto interessanteeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee vado avanti con i posttttt
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