lunedì 16 settembre 2013

Menzogna e indizi rivelatori

È il momento di comprendere meglio il significato del termine menzogna. Innanzitutto, il mentitore è colui che agisce di proposito, per una scelta volontaria e consapevole. Il "povero" destinatario dell'atto "disdicevole" è, inoltre, totalmente inconsapevole delle intenzioni del suo interlocutore. C'è una menzogna più "nobile" e una un po' meno tale. Da una parte c'è il dissimulare, ossia, la reticenza nell'affermare tutta la verità, tralasciando particolari importanti, ma che, tuttavia, potrebbero rivelarsi addirittura produttivi per chi subisce la menzogna. È il caso del medico che nasconde alcuni dettagli della malattia del paziente perché potrebbe reagire in maniera inconsulta alla notizia sconvolgente. 
Dall'altra, troviamo la menzogna vera e propria, la falsificazione: si fa credere vera una cosa sfacciatamente inventata per ottenere un vantaggio tattico immediato, o perché ormai la semplice dissimulazione non basta più. La paziente psichiatrica può, per esempio, fingersi contenta, serena e in buono stato di salute fisica per poter usufruire di qualche giorno in compagnia dei propri cari. La madre di Cal Lightman in Lie to Me, da questo punto di vista, scelse questa menzogna per tornare a casa... per poi togliersi la vita. Cal sarà tormentato da questo fatto per tutta la vita. A mio giudizio è forse il motivo per cui ha scelto di dedicarsi allo studio ventennale delle microespressioni. Da una parte teme di essere come lei, dall'altra vorrebbe che errori di questo genere, da parte degli psichiatri, non si ripetano più. 
Il mentitore deve essere molto convincente per non essere scoperto, o è parecchio sfacciato e dunque allenato in questo genere di cose, o deve aver pianificato l'atto da molto tempo, imparando la parte a memoria proprio come un attore. Ma è dura essere totalmente impassibile. La mente del mentitore è invasa da idee e sentimenti contrastanti che fanno emergere indizi rivelatori e indizi di falso. Anche il miglior poker face lascia trapelare indizi che, con la giusta attenzione, possono essere notati. 
Gli indizi rivelatori avvertono sulle reali intenzioni del mentitore mettendo a nudo i contenuti della menzogna. È, per esempio, il caso del lapsus, di un'espressione del volto inattesa e fuori contesto, oppure un cambio del tono di voce. Quando invece non si conosce in cosa consista la menzogna ma gli indizi portano a dedurre che la persona menta, allora si parla di semplici indizi di falso. In quest'ultimo caso notiamo che probabilmente la persona nasconde qualcosa ma non sappiamo bene dire cosa. A Cal, per esempio, nella prima puntata della terza serie, gli bastano pochi secondi per sapere che la persona in sala d'aspetto della banca studiava il posto per una rapina.
Beh… a tratti, questi ragionamenti sembrano stregonerie, ma (credo) questi studi rappresentano la base per comprendere meglio il comportamento umano del futuro.
Mi viene in mente il Precog di Minority Report, quel film con Tom Cruise dove riescono a fermare un crimine prima che venga compiuto. In quel caso però, rispetto a Lie to Me, la polizia faceva uso di ragazzi con poteri psichici sensoriali. Dopotutto, vale la pena approfondire gli studi di Ekman, che si basano almeno su strumenti scientifici, (anche se tutt'ora da approfondire) con l'obiettivo di ricostruire il difficile puzzle del volto umano e le molteplici facce della menzogna. 

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