lunedì 9 settembre 2013

Le nostre menzogne sono sempre credibili?

Che tipo d'influenza ha il nostro comportamento non verbale sugli altri? Le nostre parole sono sempre in sincrono con l'espressione facciale? Quando mentiamo o dissimuliamo, riusciamo sempre a essere credibili, o qualcosa in noi ci tradisce?
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Se siete degli attori di professione, o "attori nati" nella maggior parte dei casi la farete franca nella vita. Ma non è così per la maggior parte degli esseri umani. Infatti, tutti noi facciamo fatica a controllare più sistemi di comunicazione contemporaneamente, specialmente quando si mente. Quando proviamo a frenarci con le parole e, allo stesso tempo, controllare i movimenti corporei siamo già in crisi. Entrano in scena poi un mix di emozioni contrastanti: la paura di essere scoperti in primis, il senso di colpa per aver mentito, la soddisfazione per essere riusciti a farsi credere. Se ci mettiamo poi anche le espressioni facciali, il risultato sarà il crash del sistema. Risulterà un viso controllato, un tono di voce probabilmente impacciato, il corpo a tratti gesticolante o immobile. Cal Lightman vi avrebbe già scoperto e…demolito. Se avete capito di cosa sto parlando siete anche voi dei Callian…appassionati della mitica serie televisiva Lie to Me, forse la più coinvolgente degli ultimi 10 anni, ma interrotta inesorabilmente e tragicamente.
Se siete poi andati oltre la semplice visione, ma vi siete (come me pazzamente) imbattuti in altre riflessioni, allora probabilmente saprete che Lie to Me prende spunto dagli studi ventennali di Paul Ekman. Psicologo statunitense, ha dimostrato come le espressioni facciali non siano totalmente determinate dalla cultura e dalle tradizioni, ma in buona parte universali e, dunque, uguali per gli tutti gli esseri umani, così come le emozioni, indissolubilmente legate alle espressioni. Beh, in fondo aveva anche qui ragione Darwin.
Probabilmente, nel famigerato periodo ancestrale le emozioni facciali sono servite per adattarci meglio all'ambiente e comunicare meglio (e forse prima ancora delle parole). Ekman stila una lista di espressioni che sono da considerarsi universali: divertimento, disprezzo, contentezza, imbarazzo, eccitazione, colpa, orgoglio dei suoi successi, sollievo, soddisfazione, piacere sensoriale, vergogna. Nella mia lettura dei Volti della Menzogna. Gli indizi dell'inganno nei rapporti interpersonali, negli affari, nella politica, nei tribunali, mi sono imbattuto in un linguaggio molto chiaro, divulgativo, non proprio in un saggio universitario.
Da qui in avanti andrò a scrivere alcune riflessioni che mi sono passate per la mente leggendo questo splendido libro. Buona lettura, a presto con gli aggiornamenti.



1 commento:

  1. molto molto interessanteeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee vado avanti con i posttttt

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